MINGER Joe (Monroe County) ••••
 di Rino 'Pili' Colangelo Iacovella



  

  Recensione del  25/02/2012
    

Una lunga vita come musicista ma per spiccare il volo al vocalist e bravo strumentista (armonica e steel guitars) ci voleva un disco e Monroe County ci fa immaginare quali possibili prospettive avrebbe potuto assumere la carriera solista di Joe Minger. Un bel disco di americana, canzoni ben scritte e arrangiate, non si allontana dal percorso che traccia l’armonica e l’hammond in quasi tutti i 10 brani e questo gli permette di non trattenere Monroe County in un ambito melodico limitato dove poter soddisfare i gusti di tutti ad ogni costo.
Attraverso l’armonica e le corde della chitarra lascia fluire un talento cristallino, convincente in The First Time I Saw His Face e This Kind of Life, splendida la ballad elettrica di Beneath the Streets, svuota e riempe di continuo con l’armonica i solchi di storie che appaiono opache ma vere come Walking, il ritmo sembra ingolfarsi e invece a straripare č la scrittura, a tratti impenetrabile, oscura come descrive in This Kind of Life e Dreamer's Prayer.
La fender apre all’american roots in un’altra perla come Monroe County –la title track- e in Twenty Years, Joe Minger ragiona sul concetto di provincia in termini squisitamente ideologici, aggiunge misura ed equilibrio con la chitarra in Overnight Sensation e Bristol, sulla strada compone una serie di suggestive metafore in movimento e attraverso i finestrini o nei riflessi degli specchietti retrovisori della sua macchina, Joe Minger riesce a riempire con le forme e i colori dell’Americana il paesaggio di Monroe County.