
Il tempo rallenta, appare la vita, sembra dire
Will Hoge.
Una vita, quella di
Sweet Misery, che non cede e cerca sempre, con tenacia di un rocker, di trovare vicinanza e calore umano (
Maryanne alla tosta Another Planet), pur scontrandosi di continuo con una realtà indifferente.
Come l’amore, pazzo, le chitarre ne seguono gli umori nel 15° disco di Will Hoge, gran ballate elettriche, infuocate (
Last American Summer e Til It's Gone), l’armonica di
Sweet Misery, il rock sa come viverlo e coltivarlo (il pathos di
Keeping My Windows e Postcards & Payphones).
È come terra da lavorare, sudare e coltivare ancora (solida e vibrante la bellezza di
Saint Agnes e Say Goodnight), ricominciando ogni volta da capo il ciclo della vita.
Vale anche per Sweet Misery, quella freccia del Rock, Will Hoge la insegue, la afferra e la rilancia, per ritrovarsi ogni volta daccapo.
Lasciate che si incastri nella Vostra Vita.