HUNDRED SEVENTY SPLIT (Tracks)
Discografia border=Vita, parole e geografia umorale del PELLE

        

  Recensione del  05/12/2016
    

Tracks è rutilante, al trio degli Hundred Seventy Split va tutto liscio, un corposo blues/rock impermeabile come l’asfalto che macinano serata dopo serata, e da It's Coming Back Around e The Game traspare che la superficie di Tracks è bella ruvida e aspra.
Brani che scivolano piacevolmente e slittano sotto lo sguardo della chitarra di Joe Gooch, quel che basta per proiettarle verso la lontananza, verso l’orizzonte del rock, I Grew up on Muddy Waters dà l’idea che la forma pensata dagli Hundred Seventy Split è sempre una forma viva, capace di generare continuamente visioni ulteriori (Lonely e nel lungo solo chitarristico di Gravedigger).
L’unione di due forme, rock e blues, dà vita a Tracks che esiste nel momento in cui viene suonato, un po’ come accadeva nel passato coi Ten Years After: montagne di riffs e il loro riflesso ricade sulla superficie delle potenti Looking for a Sign e The Final Curtain, e apre specchi d’acqua che rendono visibili le forme del blues in She's Got the Mojo.
La bellezza della conclusiva You Can't Drink It potrebbe spingere qualche nostalgico ascoltatore a scavare nel cassetto di gioventù.
Ma invece di cercare lettere d’amore a cui non potrete più rispondere, accendete lo stereo.