FRANK BANG & THE SECRET STASH (Double Dare)
Discografia border=Vita, parole e geografia umorale del PELLE

     

  Recensione del  20/09/2013
    

5 anni a Buddy Guy e poi l’anima a Double Dare, la musica abbandona i ritmi di danza del blues classico e passa a delle sonorità cupe, enigmatiche, sotterranee (la Title-track a quelle di Lose Control e All's Well), Frank Bang & The Secret Stash sfiora al quinto disco lo status del ‘bel disco’ per le molteplici chiavi di lettura, prodigo di genuina ispirazione nel sinuoso mix tra rock, radici e delta blues.
L’armonica e la slide guitar in Burnin' Up In The Wind per evitare insidisiosi compromessi, luce grigia, bluastra, livida e metallica nella bellezza di God Fearin' Man, luce di giornata per Double Dare in cui il sole è nascosto dalla foschia del blues, ma non si rassegna ad andarsene.
Torna nella semplice celebrazione della vita spinta dalla lap steel che apre Wonder Woman e avvolge con dolcezza My Own Country Way e la splendida This Is What It's All About, altro ponte di connessione della vita come un romanzo familiare (“There isn’t one thing on this album that isn’t true,” dice Frank Bang. “There are stories about my family, about my life and experiences, about things that have struck me as funny or interesting. Even the guitar sound goes right back to the buzz I got plugging an electric guitar in for the first time — getting that real pure tone and letting it rip.”)
Bravo a pedinare il respiro bucolico di un personaggio nello spazio visivo a cui appartengono le 18 Wheels of Hell, il tragitto della band di Chicago si blocca nello spazio della jam chitarristica della malinconica All I Need, per decelerare, quasi immobile, nella conclusiva bellezza di Mattie's Girls. “I've set a high bar of artistic maturity and musical integrity for myself and I hope people hear that in this album.” Dategli fiducia, Double Dare non vi deluderà.