CORB LUND (Cabin Fever)
Discografia border=Vita, parole e geografia umorale del PELLE

        

  Recensione del  13/09/2012
    

Uno sporco e polveroso ritratto di un America tra bibbie e pistole. Outlaws, law-men e cowboys che sognano ad occhi aperti un futuro diverso. Come nel vecchio Far West. Come nel nuovo disco di Corb Lund. Il cowboy canadese (all’età di 11 anni il primo rodeo) lungo il percorso stratificato e pulviscolare di Cabin Fever (la ‘special edition’, dove ripropone gli 11 brani in versione elettro-acustica: “The electric one’s done live, but the acoustic one’s even more live,” spiega Lund. “We were all sitting right beside each other and are in each other’s mikes. We kept it as unpolished as possible”) mantiene un afflato epico in entrambe i cd’s, il modello tra straccioni, donne, whiskey, saloons impolverati si aggrappa ad una antiretorica da simpatica canaglia e ad uno spigliato roots (Gettin' Down On the Mountain) macchiato dal blues nella limacciosa e deliziosa Dig Gravedigger Dig.
Corb Lund misura a dovere gli stili musicali e li fonde tra di loro, sceglie Hayes Carll per l’honky tonk ruspante di Bible On the Dash, scelta azzeccata perché in grado di restiruire l’aria, la terra, la memoria, il desiderio di fuga e lo spirito di appartenenza a quel luogo pericoloso, il West. Cabin Fever gioca a diversificare e a moltiplicare le melodie, convince nella ballads di September e (You Ain't a Cowboy) If You Ain't Been Bucked Off, nell’invasiva Mein Deutsches Motorrad (“I love those fast-moving vintage BMW bikes”) il ritmo è euforico nel country vivace di Drink It Like You Mean It e The Gothest Girl I Can, vicino al collasso quando swinga con la scenografia Western di Cows Around e nello Yodel di Priceless Antique Pistol Shoots -ma qui entra in gioco il secondo cd, in grado di restituire temperature, chiaroscuri dell’anima e della terra calpestata da Corb Lund che si riaffermano in nitidi quadri acustici.
Un secondo cd anticipato nel finale quando lavora pienamente sul motivo della nostalgia in One Left in the Chamber, lasciando alle forme della slide guitar il modo di veicolare la gagliarda Pour 'Em Kinda Strong e quindi ad essere cambiate radicalmente. Due versioni di Cabin Fever, fatto di superfici opache da infrangere a suon di spigliati country ma con grumi e macchie acustiche incrostate nella tradizione del West. Quelle di un vero cowboy, Corb Lund.