
Non è così consueto trovare un disco che sappia trasmettere la temperatura di un vero spaccato di vita agreste e di strade che costeggiano piccole fattorie nel West,
Beau Hinze da Washington County, Tx, con un disco alle spalle -
This Round's On del 2007- e semplici concetti “
I have always loved songs that portrayed a simple dirt road side of life” da quando ha conosciuto nel 2008 il percussionista Josh Reddoch ha iniziato a frequentare il suo portico assiduamente e sessione dopo sessione, birra dopo birra, le colonne di un roots elettro-acustico tinto di bluegrass e country si sono raddrizzate.
Scoperta l’armonica del talentuoso Doyle Spitzer, le vele della sua poetica autoriale più profonda si son spiegate, tanto da consegnarci tra le mani un bel dischettino elettro-acustico ma vibrante, stratificato e molto piacevole.
Con i
The Back Porch Shufflers (manca solo Jim Bernick al basso) incide
Undertow ed è tutto chiaro e flagrante sin dall’inizio: con le special guests di Josh Droegemueller al violino e il banjo di Luke Adair, da
Undertow –title-track- si inventano corpose chicane in mezzo al roots texano, incantevole
Mellow con la pedal steel di Neil Kulhanek per coloro che non rinunciano al fascino della strada,
Beau Hinze ci tiene a chi non ha ancora fatto del tutto il funerale ai propri sogni “…
Like the first cup in the morning open the gate to an open space”.
Viaggi tra redenzione e alcohol nella malinconica armonica di
The Moonshiner, accende e spegne la fiammella di un folk-roots che evoca bagliori lontani nel tempo, di una tradizione cantautorale che prova a riaccendere, a restituirla alla luce con suggestive ed intense ballate come per
Drowning Words,
Fine e di
Too Early Too Late.
Continua a cantare di gente comune e dei luoghi che lo hanno visto crescere negli ultimi trent’anni, il più delle volte la vita viene liberata da ogni filtro, slegata dai lacci e lasciata lungo la strada come in
Perfect Thief e
Dumbass Rusty, corali, coinvolgenti e danzerine, dal sapore western nella brillante
Rattlesnake Lies, alla pura saggezza alcolica texana nella parte finale, dalla splendida
With The Whiskey He Knows (“
Heaven in the bottle, whisk away the cold from the night, the bottom floor of the bottle, with the whiskey he knows everything’s gonna be alright”) al bourbon della luttuosa
Foster Collins, lasciando apparire la telecaster per pungere il duetto con l’armonica di Spitzer in quella perla di
Wendle (‘
That Wendle, West Texas Wendle’ refrain davvero coinvolgente).
“
We will no doubt be on the porch playing the music that we love, waiting for a phone call to go play for people that want to hear us… with a cooler full of Lone Star”, fate vostra la dottrina di
Beau Hinze and The Back Porch Shufflers: tempo, energia e pensieri nell’essenza roots texana!